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Un giorno per oratori campestri del Novarese
Oratori campestri
( visita del 17 maggio 2009)
Ormai sono trascorsi tre anni dal giorno, la domenica 17 maggio 2009, in cui ebbi occasione, assieme a mio nipote Rodolfo, di visitare alcuni oratori presenti in vari centri del Novarese.
Ricadeva in quel giorno l’iniziativa della Provincia di Novara di tenere aperti al pubblico questi suggestivi antichi monumenti d’arte religiosa disseminati nel nostro territorio. Non era la prima volta che si consentiva libero accesso a detti edifici, ma quell’anno ho potuto programmare una serie di visite, sette in tutto, ad altrettanti oratori che nel passato non avevo mai potuto interamente visitare.
Eccomi qui dunque a raccontare quella mia giornata trascorsa, al mattino a correre tra Barengo, Momo e Oleggio e nel pomeriggio a recarmi a Cressa, Borgomanero, Briga e Bolzano Novarese.
Qui ho l’occasione di fare una narrazione unica e veloce, col solo intento di raccontare ciò che ho finalmente potuto vedere e fotografare.
Anche in questo caso mi è stata guida fondamentale il fascicolo edito dalla Provincia e dall’ATL di Novara titolato “Alla scoperta di antichi oratori campestri” della serie di “Itinerari d’arte del Novarese”. Da tale fascicolo traggo le notizie per i miei testi, integrate dalle mie note personali e dalle foto scattate durante le visite.
Siamo partiti, io e mio nipote, la mattina verso le dieci, attrezzati di auto e di macchine fotografiche. L’itinerario era sulla linea Barengo-Momo-Oleggio.
Portatici a Barengo, abbiamo subito rintracciato il piccolo oratorio di S. Rocco, posto ai margini del paese, non lontano dalla circonvallazione.
Avendone già parlato nella scheda di Barengo, qui mi limito a dire quanto ho visto dopo che finalmente sono potuto entrare ad ammirare quegli affreschi che sino ad allora avevo visto solo da fuori.
Essendo stato risistemato non molto tempo fa, l’oratorio presenta un ciclo di affreschi solo parzialmente sciupati dall’umidità, ma comunque ancora di un certo interesse.
E’ curioso notare che taluni affreschi hanno perso parte del colore lasciando in evidenza i contorni delle figure, ossia le sinopie.
Subito a destra S. Sebastiano con un altro santo; dopo la finestra un interessante affresco con una Madonna con Bimbo in braccio e con ai piedi un gruppo di oranti affiancati da ben due S. Rocco.
Si tratta di un ex voto posto in occasione di un’epidemia di peste, da cui i supplici chiedono di essere liberati, come si capisce dalle scritte che campeggiano al centro della scena.
Ai fianchi dell’abside vi sono due figure di santi: a destra un S. Rocco e a sinistra probabilmente un S. Antonio abate. La conca dell’abside è interamente affrescata con in alto nel catino un Cristo Pantocratore circondato da angeli musicanti, mentre nella fascia sottostante vi sono varie figure di santi, purtroppo parecchio sciupate.
Molto interessante l’ancona in cotto sopra l’altare che ospita una bella Madonna in trono fra S. Rocco e S. Giuseppe. E’ l’opera senz’altro di maggior pregio.
Sulla parete sinistra vi è un affresco con S. Rocco e S. Martino su un cavallo bianco e accanto un altro santo con armatura, spada e vessillo.
Si ritiene che l’insieme degli affreschi siano della bottega del Cagnola.
Lasciato il piccolo oratorio ci siamo diretti verso Momo, puntando però su Alzate che è nello stesso comune, ove si raggiunge per una strada di campagna la cascina di Linduno. In questo cascinale abbiamo trovato l’oratorio di S. Maria di Linduno.
Si tratta di una piccola chiesa a capanna, con l’abside a tamburo sul retro e un piccolo campanile, dalla facciata dai toni giallo-ocra, molto semplice.
L’interno ad aula unica ha parecchi affreschi con le storie della Vergine.
Nell’arco trionfale dell’abside vi è un’originale Annunciazione in cui l’angelo e la Madonna sono all’interno di architetture in vaga prospettiva.
Nel tamburo dell’abside sono presentati i misteri della vita di Maria: l’annuncio ai pastori, la Natività, l’adorazione dei Magi, la presentazione al tempio.
Nella calotta è rappresentata l’Assunzione di Maria circondata da angeli musicanti con ai piedi gli Apostoli in ginocchio.
Fra gli altri affreschi vi è un vescovo con due cavalieri, probabilmente S. Gottardo con S. Alessandro e S. Tiberio (?). A sinistra vi è una crocifissione.
Qui il tema degli affreschi è molto originale, direi unico nel suo genere ed è attribuibile al pittore Luca de Campo.
Lasciato l’oratorio di Linduno ci siamo diretti a Oleggio alla ricerca dell’oratorio di S. Maria in Galnago. A Oleggio bisogna portarsi sulla strada che esce a nord, verso Arona, la via del Sempione; poco fuori dell’abitato lo si incontra sulla destra.
E’ un edificio ad aula rettangolare e abside semicircolare. La facciata è a capanna con un oculo al centro e tracce di affreschi.
L’interno è ad aula unica con alto soffitto a capriate scoperte. Gli affreschi lungo le pareti sono del tutto sciupati, in parte da una copertura a calce (la chiesa era stata usata come lazzaretto) e in parte perché segnati da colpi di scalpello.
Gli affreschi principali si trovano nell’abside. Vi è al centro del catino un Cristo Pantocratore circondato dai simboli degli evangelisti, mentre nella fascia sottostante vi sono gli apostoli e due finestrelle tamponate. Sulla parete che lo sovrasta vi è l’Annunciazione con a sinistra l’angelo e a destra la Vergine con la colomba presso il volto. Al di sotto una bella Madonna del latte di foggia cinquecentesca, più raffinata, attribuita a Giovanni de Rumo.
Sulla parete destra vi sono pitture del XV e XVI sec. Originale, presso la finestra, la rappresentazione speculare di due Madonne sedute con Bambino in braccio.
Sulla parete sinistra, a metà navata, vi è un altare dell’inizio del Settecento.
La chiesa è in questo momento sottoposta a restauri così che tutta la parete sinistra non è ben visibile. Nel complesso un oratorio interessante.
Finite le visite nella mattinata, siamo rientrati a Novara, dandoci appuntamento per il primo pomeriggio.
E così abbiamo fatto recandoci dapprima a Cressa ove si trova l’oratorio di S. Giulio. Ebbi già modo di visitare solo dall’esterno questo oratorio qualche settimana prima e così vi tornavo volentieri, curioso di vederlo all’interno.
Isolato in campagna, fuori dal paese, non lontano dal cimitero, l’oratorio si presenta come un edificio piuttosto antico, dell’XI sec. Il fianco destro è il più antico, è a ciottoli di fiume con contrafforti per sostenere la spinta del muro, una monofora e un’altra finestra rettangolare. La chiesetta è a struttura asimmetrica essendo stata ampliata sul fianco sinistro, che infatti ha foggia diversa dal destro. Per tale ragione la stessa abside si trova scentrata.
La chiesa presenta una facciata a capanna con una finestrella a bifora sopra la porta d’entrata. Una campanella appesa sotto il tetto fa le veci dell’antico campanile abbattuto. L’interno è a navata unica diviso in tre campate con grandi archi ogivali. L’abside semicircolare è stata quasi interamente rifatta. Molti affreschi sono scomparsi. Ne restano alcuni sulla parete sinistra: una Madonna in trono con Bambino, S. Giulio, gli appestati e altri santi. Nell’angolo sinistro un altro S. Giulio coi serpenti e una Madonna con Bimbo. Nell’abside vi sono solo pochi lacerti di dipinti. Purtroppo gli interventi di restauro sono stati troppo tardivi così che molti affreschi sono stati completamente persi. Peccato!
Così lasciamo Cressa un po’ delusi dirigendoci verso Borgomanero.
Qui giunti ci siamo diretti verso la parte nord della città in quello che era una volta il borgo S. Leonardo, non lontano dal torrente Agogna, nell’attuale via Don Minzoni.
La chiesa di S. Leonardo si presenta come un robusto edificio in sasso, con ciottoli di fiume e pietre, con la facciata e i contrafforti sui fianchi in blocchi di pietra squadrati. Le monofore strombate hanno gli archi e i fianchi di pietra, mentre nell’abside hanno gli archi in cotto. La facciata è a capanna con una lunetta sulla porta e più in alto una finestrella a forma di croce.
L’interno è un’unica navata dal soffitto molto alto, con capriate scoperte.
Assai interessante è il ciclo di affreschi di ispirazione romanica.
Si vede a destra, nella campata centrale la rappresentazione di un’ultima cena, in parte rovinata, quindi Giuda che riceve i denari e che conduce la guardie al Getsemani. Più in basso figure di santi. Sulla parete sinistra vi è un affresco da cui si capisce che rappresenta il martirio di S. Bartolomeo. Accanto vi è un riquadro con diverse figure femminili, varie sante, di cui solo due sono in buono stato.
Nell’abside vi è nel catino un Cristo Pantocratore con i simboli degli evangelisti e sotto le figure di alcuni apostoli. A destra, presso una porticina, vi è la rappresentazione della Trinità e, accanto, una bella Madonnina con Bimbo in braccio, di foggia quattrocentesca.
In generale il ciclo pittorico è piuttosto antico, appunto più vicino al romanico, per quel suo rappresentare le figure sempre di fronte, con gesti ieratici e i panneggi delle vesti piuttosto fermi. Forte è anche il simbolismo presente nell’abside.
Un complesso di pitture ancora tutto da studiare.
Dopo S. Leonardo di Borgomanero ci siamo diretti a Briga Novarese.
Qui abbiamo visitato l’oratorio di S. Tommaso, una chiesetta posta su un’altura un po’ fuori dal paese.
Poco si sa delle vicende storiche di questa cappella anche se l’origine del paese è antica (sec. XII).
L’edificio è interamente di pietra. Il tetto è stato sopraelevato ed è a beole, la facciata a capanna con lunetta sulla porta d’entrata e finestrella a forma di croce.
Sul retro l’abside semicircolare ha elementi in mattone come gli archetti e parte della muratura. L’interno è a navata unica con volta a capriate scoperte.
Interessante è il ciclo di affeschi che decorano l’abside e l’arco trionfale.
Due angeli sono nell’arco trionfale assieme a vari motivi ornamentali che si trovano anche nel sott’arco del catino. Il catino absidale ospita un Cristo Pantocratore molto sciupato, circondato dai simboli degli evangelisti.
Nella fascia sottostante, al centro, vi è la Vergine con gli apostoli. Belle anche le due finestrelle monofore. Qui dominano il colore rosso scuro e il verde.
Queste pitture sono tra le più antiche del Piemonte, forse risalenti alla prima metà dell’XI sec. Lo stile romanico e alto medievale è molto evidente nella figure immobili e rigide nelle loro lunghe vesti che ricordano molto la lontana origine bizantina.
L’ultima puntata l’abbiamo fatta a Bolzano Novarese.
Per raggiungere l’oratorio mi sono lasciato guidare da mio nipote che già vi era stato in occasione della giornata del FAI.
La chiesa si trova nel cimitero del paese.
Si tratta dell’oratorio di S. Martino di Engrevo.
Engrevo era il primo nome dell’abitato riportato in documenti del X sec.
L’oratorio ha una facciata a capanna preceduta da un porticato coperto.
La struttura dell’edificio è in pietra col tetto in beole. Il fianco destro è tutto ricoperto di lapidi. Sul retro vi è un’abside semicircolare con archi a gruppi di due e lesene, tutti ricoperti di calce bianca.
All’entrata, a lato della porta, vi sono due affreschi: un grande S. Cristoforo e un S. Martino a cavallo.
L’interno è ad aula unica con copertura a travi scoperte.
Vi sono begli affreschi dei secoli XV e XVI. A sinistra vi sono una Madonna con Bambino in braccio che mostra l’ostia e accanto una grande deposizione.
Scena di notevole drammaticità questo “ Compianto sul Cristo” in cui figurano Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo con in mano le tenaglie e i simboli della passione, e poi la Vergine piangente e le altre Marie chinate sul corpo martoriato di Gesù.
Nel riquadro vicino vi è una rara rappresentazione di un S. Martino che è appiedato, invece che a cavallo, come di solito lo si rappresenta, col povero accanto cui dona parte del mantello. Questi dipinti sono firmati da Tommaso Cagnola.
Sulla parete destra si trovano vari affreschi. Una santa con due infanti in braccio, simbolo di fertilità; una rappresentazione della Trinità, una crocifissione con accanto santi vescovi, una Madonna del latte in trono, un’altra crocifissione datata del 1403, per ultimo una rara rappresentazione della beata Panacea che è percossa e uccisa dalla matrigna cui è stato cancellato il volto come quello del demonio che la ispira. Una sorta di vendetta popolare contro i cattivi. Nell’arco trionfale vi è una Annunciazione, mentre nell’abside vi è un Cristo Pantocratore coi simboli degli evangelisti.
Nella fascia sottostante vi sono gli apostoli.
Questi dipinti sono attribuiti a Francesco Cagnola.
Con questa visita abbiamo terminato il nostro giro per oratori e, soddisfatti, siamo rientrati a casa.
E’ stata una giornata per me ricca di scoperte di opere che non avevo mai visto, opere che sono una testimonianza della lunga storia di queste terre e del profondo sentimento religioso che ha attraversato i secoli e che è giunto sino a noi. Ci resta l’impegno di conoscerlo sempre meglio e di salvaguardare questo patrimonio unico e irripetibile.